Il designer italiano Michele Anoè è riuscito a battere sul tempo la concorrenza mondiale. Con l’aiuto delle moderne tecnologie, sarà possibile emettere una macchina in un colpo solo.

In un momento assai fervido per la stampa 3D, in cui s’inventano da un lato apparecchi di facile utilizzo, adatti a sviluppare la fantasia dei bambini, e dall’altro si pensa a come “sfornare” armi bell’e pronte, l’idea di produrre un’automobile con questo metodo non poteva tardare. Naturalmente, qui non si parla solo della trovata, ma della strada migliore da imboccare per concretizzarla.

Dopo qualche esperimento (come il prototipo Urbee), il primato è spettato ad Anoè, che, sbaragliando un paio di centinaia di avversari, ha pensato – peraltro, durante le pause dal lavoro, a Torino – alla Strati, una dinamica auto completa di tutto, carrozzeria, gomme, parabrezza, perfino di un motore elettrico, che verrebbe fuori dalla stampante come la sorpresa di un ovetto di cioccolato, magari con i vari pezzi racchiusi in un blister, da staccare e montare. Con la sostanziale differenza che questo non sarebbe un giocattolo.

Il concorso per crearla era stato indetto da un’eccentrica azienda di Phoenix, la Local Motors, abituata a operazioni in crowdsourcing, con l’apporto telematico, quindi, di migliaia di internauti. Dopo aver prodotto la Rally Fighter, che ha pure avuto un discreto riscontro commerciale, la società ha costruito con l’Oak Ridge National Laboratory una stampante adatta alle sue esigenze e ha lanciato il contest, che in palio, oltre a un po’ di denaro, metteva l’effettiva realizzazione del mezzo.

Il progetto dovrebbe partire a settembre. O meglio, sarà in un certo senso ufficializzato a Chicago, in occasione dell’International Manufacturing Show. Qualcuno sarà lì in quel periodo?

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